La Tanzania per la prima volta alla Biennale d’Arte di Venezia.
La Repubblica Unita di Tanzania sarà presente per la prima volta con un suo Padiglione Nazionale alla prossima Biennale Arte 2024, che si terrà dal 20 aprile al 24 novembre 2024 a Venezia.
Quest’anno il continente sarà rappresentato alla prossima Biennale Arte 2024 di Venezia da 14 paesi.
Venezia e la sua Biennale d’Arte – dopo l’ampio risalto dato all’Africa con l’ultima edizione della Biennale Architettura – sono di fatto la consacrazione di questo “vento dell’arte” che soffia dall’Africa.
Alla 60esima Esposizione Internazionale d’Arte “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” si collocheranno le opere che nell’arte Tanzania contemporanea ritroviamo attraverso forti prerogative materiche: il colore, l’azione decisa nella sua stesura, il ritratto, l’anima. Tutti elementi che non prescindono dalla storia, così come non prescindono dall’esperienza, ma che stanno trovando la forza di distaccarsi dalla descrizione pura e quindi dalla forma.
“La nostra partecipazione come Paese all’inaugurazione della 60a Biennale di Venezia è un segnale che l’arte della Tanzania è degna di prestigio internazionale e noi siamo qui per questo – ha dichiarato Damas Daniel Ndumbaro, , Ministro della Cultura della Tanzania– il governo della Tanzania, sotto la guida di Sua Eccellenza il Presidente,Samia Suluhu Hassan, continuerà a sostenere la partecipazione dei nostri artisti a questo importante forum internazionale”.
Mahmoud Thabit Kombo, Ambasciatore della Repubblica Unita di Tanzania presso la Repubblica Italiana
ha sottolineato come ‘arte svolga un ruolo importante nell’autoidentificazione,
dia un senso di appartenenza e una riflessione personale sulla diversità.
La 60a Biennale di Venezia permette di inserire tutti questi aspetti nella nostra società in continua evoluzione.
società in continua evoluzione. Da qui la ragione per cui la Repubblica Unita di Tanzania ha ritenuto necessario cogliere questo
di cogliere questa opportunità unica per mostrare la nostra tradizione e cultura unica
cultura e attraverso i nostri artisti locali che promuovono il nostro Paese, siamo certi che raggiungeremo questo obiettivo.
siamo certi che raggiungeremo questo obiettivo.
Auguro ai nostri artisti tutto il meglio e che possiamo
cogliere questa opportunità per mostrare il nostro Paese attraverso l’arte e l’artigianato tradizionale.
e l’artigianato. Kila la Kheri!!!
La partecipazione della Repubblica Unita della Tanzania alla Biennale Arte 2024 segna un traguardo importante per la scena artistica del continente e offre l’opportunità di condividere la sua cultura e la sua creatività con un pubblico internazionale.
In Tanzania vi sono alcuni dei più antichi esempi di arte conosciuti al mondo, con dipinti rupestri che si stima abbiano più di 40.000 anni! Tuttavia, storicamente, l’espressione culturale della Tanzania è da sempre orientata verso l’espressione collettiva e comunitaria piuttosto che verso l’individuo. L’arte visiva contemporanea concepita secondo l’idea europeo-occidentale è una scoperta relativamente recente in Tanzania.
Gli “specchi invertiti” titolo del progetto del Padiglione della Tanzania hanno una duplice funzione: due prime coppie di specchi mostrano l’uno all’altro quattro racconti, appartenenti a quattro diverse epoche storiche, presentate dai quattro artisti selezionati. L’idea di un Padiglione “dialogante” non è nuova all’interno della Biennale d’Arte di Venezia, ed anzi sono molteplici gli esempi sperimentati nei decenni; inoltre, il tema di quest’anno degli “stranieri ovunque”, pare obbiettivamente stimolare questo confronto.
Le Zawose Queens con Peter Gabriel per la Tanzania
Con l’inedito “Kuseka- Full Stretch” – fusione di armonie affini, tra Africa ed Europa, concepite come un’unica suite emotiva – Le Zawose Queens, il mitico duo tanzaniano, e Peter Gabriel rinnovano una volta di più il loro impegno per l’Africa.
Il brano testimonia come l’arte parli un linguaggio universale e non a caso infatti farà da sonorizzazione nel Padiglione della Repubblica Unita di Tanzania alla 60 Biennale d’Arte di Venezia 2024.
“Kuseka- Full Stretch” – affidato alla tradizione del duo The Zawose Queens, composto da Pendo e Leah Zawose , rielaborato da una icona come Peter Gabriel, prodotto da Katie Maye registrato e mixata da Oli Barton-Wood e Tom Excell – è una rielaborazione del brano “Kuseka” che sarà pubblicato solo a giugno, ma verrà presentato in questa forma unica e dedicata, in anteprima alla Biennale d’Arte di Venezia presso il padiglione della Tanzania a cui farà da colonna portante di sottofondo per tutto il periodo della mostra in totale adesione alla tematica del progetto espositivo.
“E’ davvero una enorme soddisfazione aver coinvolto le Zawose Queens, gruppo musicale d’eccellenza della Tanzania ed un’icona della musica internazionale come Peter Gabriel nel progetto del nostro padiglione, questo è un segno della grande sensibilità e attenzione di uno dei più grandi artisti contemporanei” – ha dichiarato il curatore del padiglione Enrico Bittoto.
Le Zawose Queens sono un duo formato da Leah e Pendo Zawose – rispettivamente nipote e figlia di Hukwe Zawose, che appartengono al gruppo etno-linguistico tanzaniano di ceppo bantu dei Wagogo – la cui gioiosa voce ultraterrena e i ritmi polifonici alla batteria rispecchiano i suoni della natura.
Il nome di Hukwe Zawose è leggendario nella musica dell’Africa orientale e oltre. Le sue apparizioni sono diventate mitiche, le sue registrazioni per Real World Records e il suo lavoro con Peter Gabriel e Michael Brook hanno fondato questo grande artista tradizionale in un contesto contemporaneo.
“Kuseka – Full Stretch” è una versione reimmaginata della traccia originale “Kuseka” dall’album “Maisha” dei The Zawose Queens (Real World Records) in uscita il 7 giugno 2024.
A rappresentare la Tanzania alla 60esima Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia saranno:
Lutengano Mwakisopile (Lute) è nato il 26 luglio 1976 a Dar es Salaam, in Tanzania; il suo studio ha sede presso il Morogoro Store Oysterbay di Dar es Salaam, in Tanzania. Esprime le sue idee con qualsiasi forma di media come materiali di riciclo, matita, carboncino, colori e pennelli, tela, carta o incisione su legno.La sua creatività senza confini nasce da pensieri, ricordi, esperienze, speranze e aspirazioni.
Happy Robert è un’artista visiva nata il 30 aprile 1989 a Songea, nella parte meridionale della Tanzania. Attualmente vive e lavora a Dar es Salaam, in Tanzania. Happy ha lavorato come impiegata amministrativa in due diverse istituzioni private prima di decidere di seguire la sua passione per l’arte e diventare un’artista autonoma a tempo pieno nel 2014.
Naby: italiana,nata a Bologna e che con i colleghi Tanzani ben rappresenta quella contaminazione tra popoli auspicata dalla Biennale Arte nel progetto “specchi invertiti” si serve di diversi media (carta, pittura, materiali compositi) e spazia dalla grande installazione ad opere più intime e ed ispirate al camuffamento.
Haji Chilonga è nato nel 1969 a Masasi, capoluogo della regione di Mrwara, nel sud-est della Tanzania. Proviene da una famiglia di fabbri da parte paterna e di vasai da parte materna. Il talento di Chilonga è stato scoperto presto, appena entrato alle scuole primarie.
Il progetto è stato realizzato grazie all’impegno di Dodoma, in particolare del Commissario di questo Padiglione, Mrs. Leah Elias Kihimbi e dell’Ambasciata della Tanzania in Italia, che hanno accolto la proposta di progetto di Enrico Bittoto, curatore della mostra, esperto di arte moderna, avanguardie storiche e sociologo.
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Last modified: 4 aprile 2024